Una nazione allo sbando by Elena Aga Rossi

Una nazione allo sbando by Elena Aga Rossi

autore:Elena Aga Rossi [Rossi, Elena Aga]
La lingua: ita
Format: epub
editore: il Mulino
pubblicato: 1992-12-31T23:00:00+00:00


La firma dell’armistizio fu accolta con enorme sollievo dai rappresentanti alleati, che fino alla fine avevano temuto un ripensamento da parte degli italiani. Subito dopo la firma, il 3 settembre, Harold Macmillan scriveva a Churchill: «le condizioni d’armistizio sono state firmate questo pomeriggio senza emendamenti di nessun genere»80. Anche il generale Alexander scriveva a Churchill informandolo che Castellano «rimane qui al Quartier generale e iniziamo questa sera colloqui militari per accordarci sulla migliore assistenza che le forze italiane ci possono dare per contribuire alle nostre operazioni»81. Infatti Castellano rimase a Cassibile per concordare i piani di collaborazione militare al momento dell’annuncio dell’armistizio e per stabilire quali posizioni avrebbero dovuto occupare le unità italiane.

Il resoconto dei colloqui intrapresi immediatamente tra i comandanti militari alleati e i rappresentanti italiani dimostra che inizialmente Alexander era convinto che gli italiani sarebbero stati in grado di controllare il loro territorio e di opporsi ai tedeschi. I compiti assegnati agli italiani erano infatti molto estesi e comprendevano: attacchi diretti ai quartieri generali delle formazioni e unità tedesche, interruzione delle comunicazioni, distruzione dei depositi e degli aerei, controllo delle vie di comunicazione nell’area intorno a Roma e blocco verso il nord per impedire l’arrivo di rinforzi tedeschi. Veniva infine chiesto il controllo italiano dei porti di La Spezia, Taranto e Brindisi82.

L’ottimismo iniziale sulla possibilità di un’efficace collaborazione italiana contro i tedeschi venne meno col passare dei giorni. In un messaggio del 4 settembre ai capi di Stato maggiore generale inglesi Alexander scriveva: «ho passato tutta la scorsa notte in colloqui militari con la parte italiana. Ho messo bene in chiaro con loro che al momento della proclamazione ufficiale dell’armistizio cessiamo di essere nemici, ma non diventiamo, ripeto, non diventiamo alleati. Ho dato loro le specifiche indicazioni sulle operazioni da svolgere»83. Nei giorni seguenti il dubbio sull’attuabilità dei piani messi a punto cominciò a farsi strada. Il 6 settembre Alexander scriveva: «stiamo facendo piani dettagliati con gli italiani. Tutto questo sta andando molto bene in teoria, ma dobbiamo poi vedere quale aiuto saranno in grado effettivamente di darci»; e il 7 annunciava che i piani finali «per operazioni immediate nell’area intorno a Roma, per Avalanche e Taranto sono finalmente fissati». Infine l’8 settembre: «Avevo sperato che i colloqui del nostro staff con gli italiani sarebbero sfociati almeno in loro preparativi per riceverci ed assisterci, ma temo che nonostante le nostre istruzioni dettagliate, non abbiano fatto niente»84.



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